Introduzione

L’adozione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nel settore Istruzione ha innescato una vera e propria “rivoluzione” nella scuola italiana, mobilitando risorse senza precedenti e introducendo riforme e investimenti mirati all’innovazione e all’inclusione. In questo contesto, le Équipe Formative Territoriali (EFT) giocano un ruolo strategico di supporto e accompagnamento: si tratta di team di docenti esperti istituiti per diffondere sul territorio le azioni del PNRR e promuovere il rinnovamento didattico. La sinergia tra PNRR e EFT risulta quindi fondamentale per trasformare in realtà gli ambiziosi obiettivi di miglioramento del sistema scolastico. Di seguito analizziamo gli aspetti fondamentali del PNRR Scuola, la mission delle EFT, la loro organizzazione a livello nazionale e regionale (con un focus sulla Lombardia), l’evoluzione storica di queste equipe e le prospettive future verso una loro integrazione sistemica nell’amministrazione scolastica.

Il PNRR per la Scuola: mission e cambiamenti fondamentali

Il piano “Futura – La scuola per l’Italia di domani”, corrispondente alla componente Istruzione del PNRR, rappresenta un investimento epocale per modernizzare la scuola italiana. In totale 6 riforme e 10 linee di investimento compongono il programma di interventi, con 17,59 miliardi di euro destinati all’istruzione[1]. L’obiettivo dichiarato è realizzare «una scuola innovativa, sostenibile, sicura e inclusiva», costruendo un nuovo sistema educativo che garantisca a tutti il diritto allo studio e lo sviluppo delle competenze digitali e delle capacità per affrontare le sfide future[2]. Questo significa colmare i gap attuali: superare le disparità territoriali, contrastare la dispersione scolastica e la povertà educativa, e al contempo formare studenti e cittadini in grado di essere protagonisti della transizione digitale ed ecologica del Paese[3].

In concreto, il PNRR Scuola finanzia una serie di interventi trasformativi, tra cui ad esempio:

  • Didattica digitale e formazione docenti: investimenti per diffondere la didattica digitale integrata (DDI) e formare il personale scolastico alla transizione digitale[4]. Attraverso la piattaforma Scuola Futura sono stati lanciati migliaia di corsi di formazione per docenti sulle metodologie innovative e le tecnologie educative.
  • Nuove competenze e nuovi linguaggi: iniziative per potenziare le competenze STEM, le competenze digitali, il multilinguismo e la creatività degli studenti, anche tramite programmi come campi estivi STEM, introduzione del coding e dell’intelligenza artificiale nella didattica, laboratori per le professioni digitali del futuro, ecc.[2][4].
  • Piano “Scuola 4.0”: un massiccio investimento per trasformare gli ambienti di apprendimento. Con 2,1 miliardi di euro sono in corso la creazione di 000 “classi innovative” dotate di tecnologie avanzate e la realizzazione di nuovi laboratori digitali per le competenze del futuro[4]. Si tratta del più grande intervento di questo tipo mai attuato in Italia, destinato a riconfigurare spazi e metodologie didattiche nelle scuole.
  • Riduzione dei divari territoriali: risorse dedicate alle scuole delle aree più svantaggiate (Sud e aree interne) per progetti contro il fallimento formativo e la dispersione. Vengono attivati tutoraggi, programmi di orientamento e ampliamento dell’offerta formativa per garantire pari opportunità agli studenti indipendentemente dal contesto geografico[3].
  • Edilizia scolastica e servizi: sebbene meno legato all’azione diretta delle EFT, il PNRR finanzia anche la costruzione di nuove scuole sicure e sostenibili, il potenziamento di asili nido e scuole dell’infanzia, palestre, mense e la messa in sicurezza di edifici scolastici. Queste infrastrutture migliorano la qualità dell’ambiente educativo e supportano la frequenza scolastica (ad esempio con tempo pieno grazie a mense, ecc.)[5][6].

Nel complesso, il PNRR attribuisce alla scuola un ruolo centrale per la crescita del Paese, riconoscendola come il luogo in cui si formano i cittadini e i lavoratori di domani. La “rivoluzione” consiste dunque nell’ammodernare metodologie didattiche, strumenti e strutture scolastiche per renderle adeguate al XXI secolo, più digitali, inclusive e orientate alle competenze. Questo vasto processo di innovazione non può avvenire solo con decreti e finanziamenti: richiede un accompagnamento capillare nelle scuole. Ed è qui che entrano in gioco le Équipe Formative Territoriali, garanti dell’attuazione locale del PNRR istruzione.

Le Équipe Formative Territoriali: missione e ruolo strategico

Le Équipe Formative Territoriali (EFT) sono state create proprio per supportare e diffondere l’innovazione didattica nelle scuole, funzione divenuta cruciale con il PNRR. Istituite inizialmente dalla legge di bilancio 2019 (L.145/2018) per accompagnare il Piano Nazionale Scuola Digitale, le EFT nascono con lo scopo di promuovere misure e progetti di innovazione didattica e digitale su tutto il territorio nazionale[7]. In pratica si tratta di docenti opportunamente selezionati e temporaneamente esonerati dall’insegnamento, affinché mettano la loro esperienza al servizio di altre scuole come formatori e consulenti per l’innovazione.

Con l’arrivo del PNRR, il mandato delle EFT è stato rafforzato e focalizzato. La normativa recente (art. 23, c.1 D.L. 24/02/2023 n.13, conv. L.41/2023) ha ridefinito le équipe «per garantire la diffusione delle azioni legate al PNRR nonché per promuovere azioni di formazione del personale docente e il potenziamento delle competenze degli studenti sulle metodologie didattiche innovative»[8]. In altri termini, le EFT sono oggi strumenti operativi del PNRR Scuola, incaricati di tradurre in pratica i progetti di transizione digitale e innovazione metodologica presso le singole istituzioni scolastiche.

Composizione e coordinamento: Attualmente (biennio 2023-25) le EFT sono composte da 100 docenti selezionati e posti in esonero totale dalle attività didattiche, affiancati da 21 docenti in posizione di comando presso gli Uffici Scolastici Regionali (USR) e l’Amministrazione centrale[9]. Questi ultimi fungono da coordinatori regionali e referenti nazionali. La gestione complessiva fa capo all’Unità di Missione PNRR del Ministero dell’Istruzione e del Merito, che coordina e monitora il lavoro delle équipe in collaborazione con i rispettivi USR, garantendo un’efficace attuazione sul territorio delle misure previste[10]. In sostanza, le EFT costituiscono una rete nazionale di “mentor” per l’innovazione didattica, direttamente integrata nella governance del PNRR istruzione.

Mission e attività chiave delle EFT: Le équipe formative operano come facilitatori del cambiamento nelle scuole, svolgendo attività diversificate ma tutte orientate all’attuazione del PNRR e alla trasformazione digitale. In base alle linee guida ministeriali, i compiti delle EFT si articolano in quattro aree principali[11][12]:

  • Accompagnamento all’attuazione del PNRR: supportano le scuole nell’implementare i progetti finanziati dal PNRR, in particolare quelli legati all’educazione digitale. Ciò include consulenza sulle linee di investimento digitali (es. utilizzo dei fondi per laboratori Scuola 4.0, acquisto di device, attivazione piattaforme) e monitoraggio del corretto avanzamento dei progetti[11]. Le EFT fungono da intermediari tra l’amministrazione centrale e le scuole, aiutando queste ultime a tradurre le opportunità del PNRR in azioni concrete.
  • Sperimentazione di nuovi modelli organizzativi e didattici: le équipe promuovono e accompagnano l’innovazione pedagogica direttamente nelle classi, incoraggiando metodologie come la flipped classroom, il learning by doing, la collaborazione online, l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale nella didattica, la cittadinanza digitale, ecc.[13]. Possono organizzare lezioni aperte, co-progettare attività con i docenti delle scuole, introdurre approcci organizzativi flessibili (per esempio spazi di apprendimento riconfigurabili, team teaching, ecc.) al fine di realizzare concretamente quel cambiamento metodologico auspicato dal PNRR.
  • Progettazione e realizzazione di percorsi formativi per docenti: un compito centrale delle EFT è formare il personale scolastico. Esse offrono corsi di formazione e workshop sulla transizione digitale e l’innovazione didattica, spesso fruibili attraverso la piattaforma nazionale Scuola Futura[12]. L’obiettivo è creare nelle scuole una massa critica di docenti formati all’uso efficace delle tecnologie e alle nuove pratiche didattiche. Le EFT animano comunità di pratica, favorendo la condivisione di esperienze tra insegnanti (ad esempio reti di animatori digitali, gruppi tematici su coding, robotica, ecc.).
  • Documentazione e diffusione delle buone pratiche: i membri delle équipe curano la raccolta, documentazione e valorizzazione delle sperimentazioni in atto nelle scuole relativamente alle metodologie innovative e ai progetti PNRR[14]. Questo permette di far circolare le migliori esperienze (best practices) a beneficio di altre scuole, creando repertori di materiali, guide, story-telling di progetti riusciti. La condivisione è fondamentale per dare sistemicità all’innovazione: le EFT pubblicano report, organizzano eventi (ad es. conferenze, edtech meetup regionali), partecipano a community online per diffondere quanto appreso sul campo.

Grazie a queste azioni, le EFT rappresentano il braccio operativo della “scuola del futuro” delineata dal PNRR. Esse assicurano che l’innovazione non resti sulla carta ma entri nelle aule, supportando dirigenti e docenti nel cambiamento. La loro presenza capillare sul territorio (in ogni regione e in diretto contatto con le scuole) permette di personalizzare il supporto in base alle esigenze locali e di creare un collegamento diretto tra le politiche nazionali e le pratiche quotidiane.

Organizzazione territoriale: struttura nazionale e focus Lombardia

L’organizzazione delle Équipe Formative Territoriali rispecchia l’assetto regionale del sistema scolastico italiano, garantendo però al tempo stesso un coordinamento nazionale univoco. Come detto, a livello centrale opera l’Unità di Missione PNRR del Ministero, che supervisiona l’intera rete. A livello regionale, invece, ogni Ufficio Scolastico Regionale dispone di un docente “referente EFT” in posizione di comando (distaccato presso l’USR stesso)[15]. Questi referenti regionali – in numero di circa uno per regione – fungono da coordinatori delle attività dell’équipe nel territorio di competenza e da punto di contatto tra Ministero/Unità PNRR e le scuole locali.

Accanto al referente, in ciascuna regione operano i docenti in esonero totale assegnati a quell’area. La distribuzione di questi 100 docenti su base regionale è stata effettuata in proporzione al numero di istituti scolastici presenti in ciascuna regione, in modo da garantire ovunque un supporto adeguato[16][17]. Ad esempio, la Lombardia – regione con il maggior numero di scuole (oltre 1.100 istituzioni) – dispone di 14 docenti EFT a tempo pieno dedicati, oltre al coordinatore regionale, risultando il gruppo regionale più numeroso[18]. Regioni popolose come Campania, Lazio, Sicilia o Puglia contano anch’esse tra 8 e 12 docenti ciascuna, mentre realtà più piccole (es. Molise o Basilicata) ne hanno 1 o 2[19][20]. Questa organizzazione flessibile assicura che ogni territorio possa beneficiare dell’azione delle équipe in misura commisurata alle necessità.

Dal punto di vista operativo, i docenti dell’EFT di una data regione lavorano spesso in squadre locali (ad esempio per province o aree sub-regionali), così da essere più vicini fisicamente alle scuole. In Lombardia, con 12 province, i 14 membri dell’équipe sono tipicamente assegnati come referenti di zona (coprendo aree come Milano, Brescia, Bergamo, etc.) e agiscono in sinergia con le reti scolastiche locali. Ciascuna EFT regionale opera attraverso un sito web dedicato e canali informativi propri, dove pubblica le iniziative e i contatti. Ad esempio, il sito ufficiale EFT Lombardia promuove i progetti formativi disponibili e offre supporto alle scuole nella presentazione dei progetti PNRR regionali[21].

Un aspetto qualificante dell’azione delle EFT regionali è l’organizzazione di percorsi formativi mirati alle priorità del territorio, ma aperti anche su scala nazionale. In Lombardia, l’équipe ha realizzato numerosi corsi e MOOC innovativi per i docenti, in particolare nell’ambito STEM e digitale. Tra i titoli proposti figurano ad esempio “Comunicare e creare con l’IA”, “Digitally Gifted”, “Idee per un curriculum STEAM”, “L’IA al servizio delle metodologie”, “Verso il curricolo digitale” e altri percorsi volti ad introdurre l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie nella didattica quotidiana[22]. Queste iniziative, spesso erogate online su piattaforme ministeriali, consentono ai docenti lombardi (e non solo) di aggiornarsi sulle metodologie più avanzate e di sperimentarle poi nelle proprie classi con il supporto dell’équipe.

Oltre alla formazione, l’EFT Lombardia fornisce consulenza diretta alle scuole nell’attuazione dei progetti PNRR: ad esempio affianca gli istituti nell’allestimento di nuovi laboratori digitali, nell’adozione di strumenti per la didattica aumentata, nell’integrazione del coding fin dalla primaria e nell’organizzazione di eventi come la Europe CodeWeek (settimana europea della programmazione)[23][24]. Durante la CodeWeek 2020, ad esempio, l’EFT Lombardia ha proposto webinar interattivi di coding per classi di ogni ordine, coinvolgendo studenti e docenti in attività ludico-educative guidate a distanza[24]. Questo è solo un esempio di come le équipe territoriali agiscono da animatori dell’innovazione anche creando eventi e progetti speciali sul territorio.

In sintesi, l’organizzazione territoriale delle EFT garantisce da un lato una regia nazionale unitaria (per coerenza con gli obiettivi PNRR), e dall’altro un adattamento locale delle azioni. Il focus sulla Lombardia evidenzia come una regione di grandi dimensioni coordini un team esteso di formatori, capace di raggiungere centinaia di scuole con interventi formativi e consulenziali. Tale modello si replica in ogni regione italiana, costruendo una rete pubblica di supporto professionale senza precedenti nel nostro sistema educativo.

Evoluzione storica delle EFT: dalle origini alla fase PNRR

Il percorso delle Équipe Formative Territoriali è relativamente recente ma in continua evoluzione, strettamente intrecciato con le politiche nazionali per l’innovazione scolastica. Ecco le tappe principali della loro storia e trasformazione:

  • Origini (2019-2021) – Piano Scuola Digitale: Le EFT vengono introdotte dalla legge 30 dicembre 2018, n.145 (Bilancio 2019) come misura sperimentale per sostenere il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) varato nel 2015. Nei soli anni scolastici 2019/20 e 2020/21 il Ministero dell’Istruzione seleziona fino a 120 docenti esonerati dal servizio (uno staff di circa 6 per regione in media) che costituiscono le prime équipe formative territoriali[25]. La mission in questa fase è diffondere le azioni del Piano Scuola Digitale e formare i docenti sulle metodologie innovative[7]. Si tratta di un primo nucleo di “evangelisti digitali” della scuola, il cui incarico tuttavia ha durata limitata. Nel 2020 l’improvvisa pandemia COVID-19 rende urgente la didattica a distanza: paradossalmente, proprio negli anni in cui sarebbero serviti maggiormente, i formatori territoriali non riescono a raggiungere sistematicamente tutti i docenti a causa dell’emergenza (molti insegnanti hanno dovuto arrangiarsi autonomamente per far fronte alla DaD)[26]. A giugno 2021 gli incarichi dei 120 docenti EFT giungono a scadenza e il primo ciclo si chiude[27].
  • Rilancio (2021-2023) – Verso la transizione digitale e PNRR: Con la legge di bilancio 2021 (L.178/2020) il Governo decide di prorogare e potenziare l’iniziativa, intuendo l’importanza di avere figure dedicate all’innovazione in vista anche dei futuri investimenti europei. La normativa aggiorna la composizione delle équipe prevedendo 200 docenti in semiesonero al 50% dell’orario (quindi docenti che per metà orario insegnano e per metà svolgono ruolo EFT) e 20 docenti in posizione di comando presso USR e amministrazione centrale[28]. Questo nuovo ciclo copre gli anni scolastici 2021/22 e 2022/23 e di fatto traghetta le EFT nell’era del PNRR: infatti nel 2021 prende il via il piano NextGenerationEU e l’Italia pianifica già interventi per la scuola digitale. Le équipe 2021-23 operano ancora nel solco del PNSD ma iniziano a gettare le basi per supportare i futuri progetti PNRR (ad esempio molti formatori territoriali contribuiscono a far partire i primi corsi di Scuola Futura e a sensibilizzare le scuole sui temi del digitale). L’aver portato a 200 il numero di docenti coinvolti (seppur a metà servizio) consente di raggiungere molte più scuole e creare reti regionali più strutturate rispetto alla fase precedente.
  • La fase attuale (2023-2025) – EFT per il PNRR Scuola: Nel 2023, contestualmente all’avvio operativo di gran parte dei progetti PNRR istruzione, le EFT vengono nuovamente rinnovate e allineate esplicitamente a tali obiettivi. Il Decreto Legge 13/2023 (convertito con modifiche dalla L.21 aprile 2023 n.41) sancisce la costituzione delle équipe per gli anni scolastici 2023/24 e 2024/25, definendone mission e organico come descritto in precedenza[8][9]. Si passa a 100 docenti a tempo pieno (esonero totale) per garantire un impegno esclusivo sul PNRR, con 21 coordinatori (uno per ciascuna regione/PA e per l’Unità di Missione) per il necessario raccordo[9]. La selezione pubblica dei nuovi componenti avviene nell’estate 2023 ed enfatizza competenze in didattica digitale, innovazione e capacità di project management nelle scuole[29][30]. Questa terza generazione di EFT opera in un contesto molto dinamico: i bandi Scuola 4.0 sono in pieno svolgimento, partono nuovi programmi di formazione obbligatoria (es. sui docenti tutor e orientatori), e le scadenze PNRR impongono alle scuole di realizzare i progetti nei tempi stretti concordati con l’UE. Di conseguenza, il lavoro delle équipe diventa più frenetico e mirato che mai: ogni formatore territoriale 2023-25 è chiamato a seguire decine di scuole, offrire consulenza tecnica (anche su rendicontazione PNRR, adempimenti ecc.), oltre a mantenere la spinta sull’aggiornamento didattico. La presenza capillare delle EFT è ora considerata un fattore abilitante essenziale perché le riforme e gli investimenti del PNRR abbiano concreta efficacia in ogni scuola.
  • Proroga e futuro (2025-2026…?) – Verso la sistematizzazione: Riconoscendo il valore strategico delle EFT, il legislatore ha già disposto un’ulteriore proroga del loro operato fino al termine del PNRR. Con il cosiddetto Decreto Milleproroghe 2025 è stato stabilito che le attività delle équipe formative territoriali proseguiranno anche nell’a.s. 2025/26, assicurando il supporto alle scuole nella fase conclusiva di attuazione del PNRR istruzione[4]. La norma esplicita che tale estensione serve «al fine di garantire il raggiungimento dei milestone e target del PNRR, Missione 4 – Istruzione (Investimento 2.1 Didattica digitale integrata e 3.2 Scuola 4.0)»[4]. Vengono stanziati fondi aggiuntivi per mantenere in servizio i docenti EFT fino a fine 2026. Questo significa che l’attuale organico nazionale (100+21 unità) sarà confermato anche per il prossimo anno, dando continuità all’azione intrapresa. Non solo: a luglio 2025 sono già stati pubblicati avvisi per la selezione di nuovi docenti EFT per il 2025/26, segno che il Ministero intende eventualmente integrare o sostituire alcune figure e arrivare pronto all’ultimo miglio del Piano[31].

Dal 2026 in poi, terminato il finanziamento straordinario europeo, si aprirà la questione di come istituzionalizzare in modo permanente l’esperienza delle équipe territoriali. Già oggi diversi osservatori auspicano che queste figure di facilitatori digitali non vengano disperse, ma entrino stabilmente nell’organico dell’amministrazione scolastica o nelle reti formative tra scuole. In pochi anni le EFT hanno infatti dimostrato di essere un motore di innovazione prezioso e un collegamento diretto tra amministrazione e comunità scolastiche. La loro evoluzione da progetto temporaneo a parte integrante del sistema formativo nazionale sembra dunque l’approdo naturale.

Prospettive future: verso un’integrazione sistemica delle EFT

Guardando al futuro prossimo, appare chiaro che le Équipe Formative Territoriali sono destinate a lasciare un’eredità importante nella scuola italiana. L’estensione fino al 2026 già approvata le porterà a coprire l’intero ciclo di vita del PNRR, consolidandone il ruolo. Entro quella data, milioni di studenti e docenti avranno beneficiato – direttamente o indirettamente – del supporto offerto da queste équipe. La sfida sarà dunque capitalizzare questa esperienza rendendola sistemica, ovvero integrandola stabilmente nell’organizzazione della scuola anche oltre l’orizzonte del PNRR.

Alcuni segnali indicano che si va in questa direzione. In primis, le EFT sono ormai riconosciute formalmente nella governance della scuola: sono citate nelle norme di legge pluriennali[4], sono coordinate da strutture ministeriali dedicate e coinvolte nei processi di monitoraggio istituzionale. Questo riconoscimento pone le basi per una loro stabilizzazione. Inoltre, l’infrastruttura di formazione dei docenti creata con Scuola Futura e alimentata dal lavoro delle équipe rimarrà come asset permanente: la comunità professionale della scuola ha iniziato ad apprezzare modalità di formazione in servizio più continue, collaborative e pratiche, un modello che difficilmente si abbandonerà tornando alle sole iniziative spot. Le EFT potrebbero dunque evolvere in centri di competenza stabili su base regionale, magari ridefinite nei compiti ma sempre focalizzate sull’innovazione (ad esempio potrebbero occuparsi di formazione continua post-PNRR, supporto all’attuazione di future riforme curricolari, tutoraggio dei neoassunti, ecc.).

Un possibile scenario post-2026 potrebbe essere l’istituzione di ruoli analoghi alle EFT a regime, inseriti nell’organico ministeriale o scolastico. Ciò richiederebbe investimenti nazionali, ma il ritorno sarebbe significativo in termini di accompagnamento al cambiamento: l’innovazione pedagogica infatti non è un processo con un termine finale, ma un impegno continuo. Aver sviluppato una rete di docenti esperti che parlano la “stessa lingua” delle scuole è un vantaggio da non disperdere. Anche i sindacati della scuola hanno mostrato interesse a che queste figure vengano riconosciute e valorizzate, magari attraverso concorsi dedicati o incarichi di sistema.

In conclusione, la sinergia tra EFT e PNRR ha innescato un circolo virtuoso di cambiamento nella scuola italiana: da un lato le risorse e gli obiettivi del PNRR hanno dato un impulso poderoso all’innovazione; dall’altro, le équipe territoriali hanno tradotto questo impulso in azioni concrete nelle classi, adattandolo alle realtà locali e costruendo competenze diffuse. La “rivoluzione” nelle metodologie e negli ambienti di apprendimento è oggi avviata, ma deve essere accompagnata fino in fondo. Le EFT si candidano ad essere le guide di questo percorso anche negli anni a venire, evolvendo da intervento straordinario a presidio permanente di innovazione all’interno della struttura educativa nazionale. La scuola italiana, grazie a queste figure, potrà continuare ad innovare in modo sistemico e partecipato, assicurando che gli investimenti odierni producano risultati duraturi in termini di qualità dell’insegnamento e successo formativo degli studenti[4].