L’Intelligenza Artificiale (AI) sta entrando a passo deciso anche nelle aule scolastiche. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), insieme a Google Italia, ha avviato un progetto biennale per sperimentare l’utilizzo dell’AI nella didattica. L’obiettivo? Capire come la tecnologia possa diventare un alleato degli insegnanti, non un sostituto, e aiutare ogni studente a imparare meglio, secondo i propri ritmi e bisogni.

Cosa prevede il progetto?

La sperimentazione, annunciata anche dal ministro Valditara, coinvolge 15 classi distribuite in quattro regioni pilota: Calabria, Lazio, Toscana e Lombardia. Il focus è su tre aree:

  • Apprendimento personalizzato: adattare i percorsi didattici alle caratteristiche individuali degli studenti.
  • Individuazione precoce delle difficoltà: per agire tempestivamente contro la dispersione scolastica.
  • Supporto ai docenti: strumenti intelligenti che facilitano la valutazione, la progettazione e il monitoraggio del progresso.

Google mette a disposizione la sua infrastruttura tecnologica attraverso Google Workspace for Education, che integra strumenti basati sull’AI, come feedback automatici, esercizi guidati e contenuti interattivi.

Lombardia: la sperimentazione sul campo

La Lombardia gioca un ruolo di primo piano in questa fase sperimentale. Sono tre gli istituti coinvolti:

  • IC “Viale Lombardia” di Cologno Monzese (MI);
  • IC Lecco 1 “Falcone e Borsellino” di Lecco;
  • IIS “Luigi Cremona” di Milano.

Il focus principale è su materie STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) e lingue straniere, con l’obiettivo di differenziare i percorsi e aumentare il coinvolgimento.

Un punto di vista dal campo

Partecipare a questa sperimentazione non significa solo parlare di tecnologia, ma essere presenti nelle classi, ascoltare i docenti, capire i bisogni degli studenti.
Come esperto di AI e formatore direttamente coinvolto nel progetto, affianco le scuole passo dopo passo: dalla comprensione degli strumenti di AI alla progettazione di attività didattiche che siano realmente efficaci, inclusive e sostenibili.
È un lavoro entusiasmante e sfidante, che unisce competenze tecnologiche e visione educativa. L’obiettivo non è fare “più tecnologia”, ma fare una scuola migliore, centrata sulle persone.

Quali benefici ci si aspetta?

I risultati attesi non riguardano solo l’innovazione tecnologica, ma un salto di qualità nella didattica:

  • apprendimento su misura: ogni studente può avanzare secondo i propri tempi;
  • contrasto alla dispersione scolastica: si interviene prima, meglio;
  • maggiore motivazione: strumenti digitali interattivi rendono lo studio più coinvolgente;
  • più supporto ai docenti: meno burocrazia, più focus sulla relazione educativa.

Docenti e AI: alleati, non rivali

Il MIM e l’USR Lombardia lo hanno ribadito chiaramente: l’Intelligenza Artificiale non sostituirà l’insegnante. Al contrario, sarà uno strumento al suo fianco.
L’AI può gestire dati, suggerire contenuti, evidenziare, attraverso l’analisi dei dati e risultati, difficoltà dello studente. Ma solo il docente ha la sensibilità per leggere tra le righe, motivare uno studente, adattare il percorso in base al contesto reale della classe.
È una collaborazione virtuosa, in cui la tecnologia potenzia la dimensione umana dell’insegnamento.

E domani?

Al termine dei due anni, l’INVALSI valuterà l’impatto della sperimentazione confrontando i risultati con quelli delle classi tradizionali. Se i dati confermeranno i benefici attesi, dal 2026 l’uso dell’AI potrebbe estendersi a tutte le scuole italiane, segnando un passo decisivo verso un’educazione più equilibrata, personalizzata e inclusiva.